Nella vulgata comune, qualche volta capita di sentire che i termini estrattore e centrifuga vengono usati come se si trattasse di sinonimi.
In realtà non è così, i due nomi indicano due prodotti molto diversi per il loro funzionamento e per il loro scopo. Chi lavora nella ristorazione lo sa bene: non c’è possibilità di confusione fra l’estrattore di succo e la centrifuga. Cerchiamo di capire, quindi, in che cosa consista la differenza.
I due elettrodomestici in questione sono entrambi utilizzati in cucina, per esempio nella preparazione di succhi, di spremute, e di deliziose centrifughe di frutta e di versura.
Partiamo quindi dalla centrifuga: si tratta di un prodotto che contiene una piccola brocca, dove si consiglia il succo, ed una grattugia con filtro. Il funzionamento della centrifuga è abbastanza semplice: in sostanza questo elettrodomestico quando funziona fa ruotare la lama rotante (in media a 19mila giri al minuto, anche se questo dipende dalle caratteristiche tecniche del prodotto) e grattugia velocemente gli ingredienti, frutta e verdura, a massima velocità. Il grattugiato segue la legge della centrifuga e quindi si sposta verso l’esterno della brocca, andando ad intrappolarsi sul filtro, e quindi il succo è pronto.
Dal punto di vista salutare, la centrifuga produce un succo con meno micronutrienti: la velocità di lavorazione infatti fa sì che gli ingredienti si surriscaldino, e il succo è esposto ad un procedimento di ossigenazione e ossidazione per cui appunto la centrifuga, per quanto buona, risulta meno nutriente.
Le cose stanno diversamente, invece, per l’estrattore di succo, che si basa su una filosofia del tutto inversa rispetto a quella che abbiamo appena visto per la centrifuga. L’estrattore si basa sulla spremitura a freddo di verdura e frutta per mezzo della coclea, che, al contrario di quanto avviene nella centrifuga, gira molto lentamente. In media l’estrattore fa 40 giri al minuto, non di più.
Il risultato è che l’estrattore strizza frutta e verdura nella coclea, la cui pressione fa uscire il succo dalle fibre del prodotto. Ma la cosa più interessante è che la lavorazione lenta permette al succo di preservare tutte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali, ed inoltre non essendoci alcun surriscaldamento, il succo non rischia di venire alterato a contatto col calore. Il risultato sono delle spremute più gustose e più sane, appunto perché ricche di vitamine e fibre e che non hanno subito dei processi ossidativi.